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sabato 6 novembre 2010

ENDOMETRIOSI

L'endometriosi è una malattia cronica e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino, provocando sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze ed infertilità. Ogni mese, sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto endometriale impiantato in sede anomala va incontro a sanguinamento, nello stesso modo in cui si verifica a carico dell'endometrio normalmente presente in utero. Tale sanguinamento comporta un'irritazione dei tessuti circostanti, la quale dà luogo a formazione di tessuto cicatriziale e aderenze.

Segni e sintomi 

L’endometriosi è spesso dolorosa (60% dei casi circa) fino ad essere invalidante, con sintomi molto caratteristici: dolore pelvico cronico, soprattutto durante il ciclo mestruale (o in concomitanza con lo stesso o dell'ovulazione), dolore ovarico intermestruale, dolore all’evacuazione. Quando lo stadio di endometriosi porta ad un aumento importante l'infiammazione e l'infezione causata dalle isole endometriosiche, si ha l'aumento della temperatura corporea durante il periodo mestruale.
Ci sono anche altri sintomi, non meno significativi: il dolore durante l'atto sessuale o post-coitale (64%), infertilità (30/35%), aborti spontanei, affaticamento cronico, aumento di infiammazione a carico delle mucose, colite, periodi di stitichezza alternati a diarrea. Questi ultimi sintomi vengono molto spesso associati ad una diagnosi di “colon irritabile” in quanto i sintomi sono simili tra loro, ma in presenza di endometriosi la sintomatologia presenta un andamento ciclico, legato appunto alle fasi ormonali del periodo mestruale.
Talvolta l’endometriosi è riscontrabile anche in sede intestinale e vescicale, sui legamenti utero sacrali, nel setto retto vaginale, nelle tube. Nel caso di endometriosi vescicale i sintomi sono quelli tipici di infiammazione e cistite, o anche di incontinenza senza che risultino infezioni batteriche o virali a carico della vescica. La loro ricorrenza ciclica è un elemento determinante per distinguerne le cause.
La paziente può inoltre manifestare menorragia (mestruazione abbondante), metrorragia (perdita di sangue al di fuori della mestruazione) o entrambe. È abbastanza comune la dismenorrea. Occorre prestare attenzione, infine, a sintomi strani che si presentano in modo catameniale (in corrispondenza delle mestruazioni): epistassi, ematuria ed ematochezia.
Alla palpazione si posso apprezzare noduli infiltrativi che non si vedono con l'ecografia :
  • sul setto retto-vescicale
  • sui legamenti utero-sacrali
  • sulla plica vescico-uterina

 

Diagnosi 

Si può ottenere una diagnosi certa dell'endometriosi solo attraverso un'indagine esplorativa in anestesia generale: la laparoscopia. Questo esame è importante, oltre che per fare diagnosi, anche per studiare l'endometriosi e per trattare terapeuticamente (asportazione del tessuto, vacuolizzazione e lisi delle aderenze).
Altri esami che possono fare sospettare la presenza di endometriosi sono: ecografia ovarica trans vaginale, dosaggio dal CA125 (esame non sensibile e non specifico) e visita manuale. Alla visita manuale possono essere riscontrati noduli non apprezzabili all'ecografia, mentre all'ecografia è possibile constatare una retroversione uterina fissa (da aderenze che vincolano l'utero alla pelvi) o un altro quadro tipico, quale la "cisti ovarica cioccolato" (il cui colore rosso scuro è dovuto a manifestazioni emorragiche nel tessuto endometriosico).
Una anamnesi approfondita della paziente può concorrere ad effettuare una prima diagnosi, seppur non definitiva.

 

Stadiazione 

Parametri di stadiazione (dopo laparoscopia):
  • dimensione
  • sede
  • obliterazione del cavo del Douglas
  • estensione e caratteristiche dell'aderenza

 

Cause 

Le teorie circa la causa dell’endometriosi sono diverse, senza necessità che si escludano a vicenda.
Poiché l'endometriosi è più spesso pelvica, una prima ipotesi potrebbe essere quella della mestruazione retrograda: secondo questa teoria, durante la mestruazione, piccole parti di tessuto endometriale si muovono in senso inverso nelle tube per poi impiantarsi nell'addome. Secondo alcuni esperti la mestruazione retrograda è presente in tutte le donne, ma solo nelle donne affette da endometriosi, a causa di difetti immunitari e/o ormonali o l’aumento di attività infiammatoria nel liquido peritoneale, il tessuto endometriale riesce a radicarsi e crescere.
La seconda localizzazione più frequente è toracica: questo viene spiegato con la metastatizzazione linfatica o venosa.
Un'altra teoria propone viraggio metaplasico dei tessuti celomatici. Secondo la genetica la malattia può essere trasmessa dalle donne della stessa famiglia attraverso il genoma o che alcune famiglie possano avere fattori predisponenti all'endometriosi. 

 

Terapia 

Terapie definitive per la cura dell’endometriosi a tutt’oggi non sono ancora state trovate.
A seconda dei casi, dell’età della donna, del grado di dolore, del desiderio di maternità e dalla gravità delle lesioni si procede in diversi modi:
  • terapia del dolore (FANS)
  • riduzione della presenza degli estrogeni in modo da frenare lo sviluppo dell’endometriosi provocando, quindi, una menopausa artificiale tramite gli antagonisti del Gnrh (Gonadotropin Releasing Hormone) i quali simulano una menopausa artificiale e temporanea. Gli effetti collaterali (non sempre presenti) [senza fonte] sono i classici effetti della menopausa: vampate di calore, aumento di peso, sudorazione notturna, irritabilità, perdita di calcio. Non vanno somministrati più a lungo di 3-6 mesi.
  • estroprogestinici combinati (pillola anticoncezionale, anello vaginale, spirale al progesterone, progesterone I.M. depot) i quali possono dare come effetti indesiderati: nausea, cefalea, secchezza vaginale, calo del desiderio.
  • terapia con androgeni, per la capacita di antagonizzare l'azione degli estrogeni e del progesterone. Gli androgeni usati sono: il gestrinone e il più datato danazolo, questi farmaci sono gravati di effetti collaterali simili, meno intesi per il gestinone[1], tipici dell'effetto androgenico: irsutismo, virilizzazione, acne, seborrea, capelli e pelle untuosa e aumento di peso.
Leggiamo nelle Linee Guida del 2007 del NHS (National Library for Health), che la terapia con i farmaci ormonali e gli antagonisti del Gnrh sembrano essere ugualmente efficaci nell'alleviare il dolore associato all'endometriosi quando questi sono prescritti per 6 mesi, pur differendo tra loro per gli effetti clinici e il costo.
  • terapia chirurgica che può essere di tipo esplorativo e/o diagnostico (laparoscopia esplorativa)[2] e di tipo interventistico (laparoscopia o laparotomia).
    • Con la laparoscopia, si praticano 3 - 4 fori di piccole dimensioni sull’addome in cui vengono introdotti gli strumenti chirurgici, si esplora la cavità addominale ricercando eventuali isole endometriosiche, cisti o noduli. Nel caso in cui fossero presenti lesioni ben visibili, si procede all’eliminazione delle stesse e al prelievo di materiale per la biopsia. La degenza in ospedale si riduce ad un massimo di 3 giorni, la ripresa è rapida e le cicatrici sono poco visibili.
    • La laparotomia è il taglio che si pratica (nella maggior parte dei casi), in orizzontale all’altezza del pube ed è più invasiva della laparoscopia, i tempi di degenza si allungano e la cicatrice è sicuramente più visibile rispetto alla laparoscopia. Viene effettuata se le lesioni e le aderenze sono particolarmente estese anche se, come tecnica chirurgica applicata all’endometriosi, viene usata sporadicamente per lasciare posto alla laparoscopia.
  • Un posto di rilievo lo occupa la corretta alimentazione; diversi studi scientifici hanno dimostrato come l’assunzione o meno di determinati alimenti, possa concorrere a ridurre fino al 40% il rischio di endometriosi in donne che consumano più frutta e verdura. In donne che viceversa, consumano grandi quantità di carne rossa (manzo, prosciutto), si osserva un aumento del rischio relativo pari all'80-100%. Sostanze che sono ritenute aumentare molto il rischio di endometriosi sono inoltre i pesticidi agricoli, i farmaci e gli ormoni somministrati agli animali di allevamento, che si ritrovano nella carne e nei latticini, e gli zuccheri semplici (saccarosio, miele, fruttosio), che fanno aumentare la produzione di estrogeni a causa del picco insulinico.

 

Epidemiologia 

Si stima che circa il 10% delle donne in Europa sia affetto da endometriosi, e che dal 30% al 40% dei casi di infertilità femminile sia dovuto a endometriosi; in Italia le donne con diagnosi conclamata di endometriosi sono 3 milioni, ma questo dato è in realtà una sottostima dei casi reali, che spesso non vengono diagnosticati per la grossa disinformazione diffusa sia tra i medici di base che tra i ginecologi.
I tempi medi di diagnosi dalla prima comparsa dei sintomi, che avviene tipicamente in età giovanile, è infatti superiore ai 10 anni.

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